In questi ultimi giorni le
amministrazioni comunali di Arquata
Scriva, Gavi e Serravalle Scrivia hanno espresso, pubblicamente e quasi
contemporaneamente, le proprie perplessità sull’attuale situazione del CIT:
un fatto, questo, che costituisce un forte
campanello d’allarme o, peggio, il suono di una campana a morto.
Quando in un Consorzio Intercomunale Trasporti (perché questo
significa l’acronimo CIT) sono proprio i
Comuni soci a volerci mettere una pietra sopra, questo significa che la lunga serie di errori compiuti dalle
amministrazioni CIT (quella precedente
e quella attuale, entrambe espresse dall’amministrazione comunale di
Novi Ligure, socia di maggioranza), ha trasformato il CIT, nella percezione dei Comuni vicini, in un peso finanziario che
grava inutilmente sui bilanci comunali.
Questo è il risultato di una
gestione che si è occupata di tutto
(pompe funebri, bus turistici, navette da e per l’Outlet, feste e inaugurazioni)
piuttosto del fatto che il CIT, per
sua stessa vocazione, doveva fornire un servizio di trasporto pubblico
intercomunale nelle tratte nelle fasce orarie non adeguatamente coperte da
operatori privati.
D’altronde, perché stupirci? La mela non cade mai troppo lontano
dall’albero, e le amministrazioni CIT sono figlie di una compagine
politico-amministrativa, quella del PD e delle liste-satellite, che ha svenduto il ruolo di Novi Ligure come centro-zona in grado di far crescere la città assieme a tutto il
territorio, e non a discapito di esso:
una visione delle cose inadeguata ai tempi che corrono e che, di fronte alle sfide da
affrontare in un contesto sempre più competitivo, sta condannando Novi Ligure alla morte economica e civile.
Il comitato liberale “Alfare” e
noi, associazione civica “Avanti Novi”, abbiamo
più volte detto e scritto, da anni, che non si sarebbe potuto andare avanti
così:
ora, siamo lieti di non essere i
soli a sostenere che, se non si
interviene subito, si mettono a rischio non solo i posti di lavoro degli autisti,
ma anche la funzione stessa di CIT come fornitore di servizio di trasporto
pubblico intercomunale.
Per questo, lo ribadiamo ancora
una volta, chiediamo che si mettano in
vendita i settori del CIT che non sono servizio pubblico (pompe funebri, bus turistici, navette da e
per l’Outlet) e che il ricavato vada
tutto a finanziare la riorganizzazione del trasporto pubblico (a cominciare
dall’adozione di mezzi di taglia adeguata)
per il collegamento con gli altri Comuni:
sempre che, a questi ultimi, questo servizio interessi ancora, e per
davvero.
Associazione Civica “Avanti Novi”