domenica 10 dicembre 2017

TASSA DI SOGGIORNO ? PERCHE' DICIAMO NO


La scorsa settimana, tanto ad Alessandria quanto a Novi Ligure, le rispettive amministrazioni comunali hanno preso in esame l’applicazione della cosiddetta “tassa di soggiorno”,
quella che i turisti si trovano a dover pagare (il più delle volte a sorpresa, perché non compresa nel listino prezzi) per il solo fatto di dimorare per pochi giorni in una città che non è quella di abituale residenza.
Applicarla sarebbe un grave errore, per due motivi.
Il primo, perché si tratterebbe di un balzello che, a differenza del biglietto d’ingresso ad un museo (che decido liberamente di pagare per vedere qualcosa, perché se non mi interessa vado altrove, e non sono obbigato a pagare), verrebbe chiesto senza offrire nulla in cambio, esattamente come i parcheggi a pagamento.
L’offerta turistica di Novi Ligure, infatti, e in misura ancor maggiore rispetto ad Alessandria, è costituita perlopiù da edifici religiosi dei quali è la Chiesa Cattolica (le parrocchie, due confraternite e altre associazioni), e non il Comune, ad avere cura e a tenere più aperti possibile per tutte e tutti, cattolici e non, novesi e non:
il Comune eroga sì contributi, ma in maniera insufficiente e non risolutiva, come le impalcature tuttora presenti in Collegiata dimostrano.
Se l’amministrazione afferma che non è compito suo restaurare la Collegiata, almeno abbia la coerenza di non sfruttarne la storia e la bellezza per incrementare le proprie entrate,
e si accontenti degli incassi del solo Museo dei Campionissimi, perché quello sì, ma giusto quello, è comunale.
Il secondo, la tassa di soggiorno riduce la competitività degli albergatori novesi e alessandrini rispetto, ad esempio, a quelli della vicina Gavi.
E pensare che, neanche un mese fa, Rocchino Muliere ha chiesto soldi anche a loro per pagare un programma di feste che a suo dire rilancerebbe il Centro Storico,
ma che tanti, e noi con loro, affermano serva per la campagna elettorale, nazionale, regionale e comunale, di se stesso e del proprio partito.
E, in tutto questo, i nostri concittadini sono “tassati e mazziati”, come al solito.

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