martedì 21 febbraio 2017

ALIENAZIONI: VENDERE PRIMA LA FARMACIA, POI IL RESTO E ALLA FINE L’ONETO, MA SOLO PER EVITARE IL DEFAULT



In questi giorni siamo venuti a conoscenza dell’intenzione, da parte della giunta Muliere, di alienare l’edificio che attualmente ospita l’Istituto Oneto. 

 Un’alienazione aliena, nel senso che sembra roba da extra-terrestri anche perché prima della vendita verranno fatti lavori di manutenzione, cosa che invece non accade, o accade di rado, a strade e altri edifici di uso pubblico non destinati alla vendita.

Con tutto il rispetto, se proprio bisogna rinunciare a qualche edificio di proprietà comunale, si cominci con quelli che sono già in buono stato, come Palazzo Pallavicini (specie ora che, come da noi richiesto più volte, finalmente si va verso l’unificazione della sede comunale in Palazzo Dellepiane) oppure l’edificio lungo il primo tratto di viale Saffi, a poca distanza dal ponte ferroviario.

Per non parlare di edifici che, pur fatiscenti, hanno una cubatura che potrebbe essere messa all’asta, recuperando così i fondi per la loro demolizione, facendo guadagnare spazio vitale per i cittadini (parcheggi, giardini) e lasciando un bel po’ di soldi nelle casse comunali: l’ex-Cavallerizza, la palazzina di via Cavallotti (oggetto anche recentemente di atti vandalici) e la palazzina Zucca, tanto per intenderci.

Ma soprattutto, si cominci finalmente ad incassare qualcosa dalla vendita della Farmacia Comunale, della quale si è tanto parlato, ma dalla quale l’unico che finora ha incassato qualche migliaio di euro è l’autore di una perizia pagata dal Comune per una valutazione a scopo vendita (che però ancora è di là da venire).

Con tutto questo, se lo stato effettivo del bilancio comunale richiede il sacrificio dell’Istituto Oneto, al quale, tra le due guerre, don Massa dedicò la propria esistenza lasciando il proprio incarico in Parrocchia di San Pietro, la giunta lo dica, e se ne prenda la responsabilità

ma vendere un edificio di uso scolastico deve essere e restare davvero una misura estrema, da ultima spiaggia prima di fare la fine di Alessandria.