Nei giorni scorsi l’amministrazione
comunale novese ha iniziato l’iter per l’approvazione del bilancio comunale
2015 e del preventivo 2016, annunciando che le tariffe non sono state aumentate
e che, da qualche tempo, non si è più fatto ricorso ad anticipi di tesoreria.
Purtroppo
c’è dell’altro, e non ci piace.
C’è l’aumento del buono-mensa effetto dalle tariffe emesse un anno fa: una vera e propria “tassa sugli studenti” a danno delle buste-paga dei genitori.
C’è che il lavaggio strade non passa più, in quasi tutte le nostre vie, tutte
le settimane, ma una sì e una no: ma non ricordiamo affatto una corrispondente diminuzione delle tariffe.
C’è, infine, l’ennesimo capitolo della crisi Cit: il presidente Fontana si dimette, non per una norma entrata in vigore con
la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, ma per una proposta fatta dal ministro Madia in esame preliminare in un
consiglio dei ministri tre mesi fa, che non è detto che diventi legge in questa
forma.
Un fatto insolito, queste dimissioni
preventive, in un mondo politico dove la regola è l’attaccamento fino
all’ultimo secondo utile alla poltrona e ai benefici che ne derivano.
Sarà forse perché questa poltrona scotta, e ha innescata sotto
una bomba ad orologeria: l’incombere, dopo settembre, della gara provinciale per
l’affidamento di servizi di trasporto urbano ed extra-urbano pari a quasi il 60% dell’attuale fatturato Cit?
Se perde questa gara (e,
come lo è adesso, senza un presidente, senza una “governance” forte, è un
concorrente sicuramente poco competitivo) il
Cit stavolta salta per davvero.
In
questi ultimi anni il Cit aveva dato parecchi segnali di allarme, che però un’amministrazione
comunale in ritardo cronico come quella di Novi Ligure non ha colto per tempo, così come capita da decenni per tutti i problemi della nostra città.