martedì 24 febbraio 2015

MULIERE: AUTORETE AL 90° DI UNA PARTITA SENZA STORIA

Riceviamo dall'amico Vincenzo RAPA di ALFARE e volentieri pubblichiamo.




Giovedì 5 febbraio, sala consiliare di palazzo Pallavicini. Audizione dei dirigenti del Gruppo Acos su richiesta dei 5 stelle per chiarimenti sullo stato del Gruppo, a seguito di voci su presunte non trasparenti situazioni gestionali e di bilancio.

Non entriamo volutamente nel merito dell’argomento.

Il sindaco Muliere per tutta la serata ha mantenuto un atteggiamento volutamente distaccato, apatico, quasi assente. Quello di chi lascia il campo libero ai contendenti. A tratti appariva visibilmente annoiato, con sbadigli incontrollati e mezze giravolte sulla sua poltrona girevole da destra a sinistra e viceversa. E ne aveva ben motivo, considerato il livello del dibattito, durante il quale non è mai intervenuto.

Probabilmente per non correre il rischio di essere tacciato di partigianeria. Ma non ce n’era neppur bisogno. Infatti i 5 Stelle non lanciavano bombe, ma petardi, che dopo il botto si spegnevano subito, su un D’Ascenzi, che mal celava fastidio e nervosismo, forse per il fatto di apparire sul banco degli imputati. O forse perchè qualcosa sotto c’è davvero.

Solo a chiusura della seduta Muliere ha tenuto un breve discorso. Con il suo abituale atteggiamento molto misurato e controllato, ma lasciando trasparire una certa soddisfazione, anche se non ostentata, ha elencato le tre maggiori realtà novesi dal punto di vista occupazionale: Ilva, Asl (ospedale, ecc.) e, naturalmente, Gruppo Acos, con i suoi 385 addetti, vanto di D’ Ascenzi.

 Pertanto, considerata la recente (e dilettantesca) nazionalizzazione dell’Ilva e sommando altre categorie quali dipendenti scolastici (insegnanti, ecc.), comunali, ferrovieri, Cit, forze dell’ordine e tutti gli altri dipendenti di enti di stato e parastato (senza dimenticare i pensionati), si evince che la maggior parte dell’occupazione, della capacità reddituale e dell’economia novese si basano su stato, parastato ed enti pubblici di vario livello.

Per contro il settore privato, salvo rare eccezioni, indietreggia su tutti i fronti a causa del crollo dei consumi interni oltre ad altri fattori quali: mancanza di credito, livello dell’imposizione fiscale, peso della burocrazia, ecc. (peraltro essi stessi causa del calo dei consumi).

Artigianato, industria, commercio, professioni e servizi sono allo stremo, per non parlare del mercato immobiliare e dell’edilizia, ormai defunti.

Mentre il privato arretra drammaticamente, si allunga la mano pubblica sull’economia e conseguentemente sulle assunzioni, sul livello delle retribuzioni e sugli appalti.

Il tutto naturalmente con i soldi dei contribuenti ed alimentando un implicito voto di scambio a favore di chi ti garantisce un reddito, oggi più che mai.

 Senza economia di mercato e concorrenza non c’è stimolo alla crescita ed allo sviluppo nel breve, medio e lungo termine. Crescita e sviluppo sia quantitativi, che qualitativi.

L’economia privata, che deve sostenere con le sue tasse il settore pubblico, è ridotta ai margini schiacciata da un stato sempre più invadente e pesante da mantenere e che, oltretutto, con le sue tasse le fa concorrenza in tanti settori.

Anche il declino della città, che continua inarrestabile, è proprio dovuto ad una prevalenza di cultura economica di tipo statalista-socialista.

Quindi Muliere ha magnificamente fotografato tale realtà quando, all’ultimo minuto, involontariamente, ha evidenziato le cause del declino della città, di cui lui e la classe politica che da sempre la dominano, sono parte e causa.

Complimenti a Muliere, ha fatto un bel tiro, ma ha sbagliato porta!

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