giovedì 25 aprile 2019

25 APRILE: RICORDIAMO ENRICO MAZZONI

di Andrea Scotto

Il 25 aprile è il giorno nel quale ricordiamo la fine, in Italia, della Seconda Guerra Mondiale:

in questa occasione intendiamo porre all'attenzione di tutti noi coloro quei Novesi che, con il proprio valore (e, per alcuni, anche a costo della propria vita) si batterono per la nostra amata Nazione.

Possiamo farlo grazie a Italo Semino che, sul sito del Gruppo Alpini di Novi Ligure, ha messo a disposizione l'elenco dei Novesi che hanno ricevuto riconoscimenti per il valore militare dimostrato in più occasioni, nell'arco di più guerre.

Il link per visionare l'elenco lo trovate QUI.

Tra tutte queste menzioni, senza togliere nulla a nessuno, il mio ricordo corre rapido a pagina 40, dove si trovo una persona che ha fatto tanto in questa città e per questa città:

l'allora Sottotenente dei Bersaglieri Enrico Mazzoni.

Tante e tanti di noi hanno avuto modo di conoscere il "Professore" come preside del Liceo Scientifico della nostra città, come co-fondatore e docente dell'Unitre di Novi Ligure e, negli ultimi anni della sua vita, come presidente del Centro Studi "In Novitate":

in tutti e tre questi aspetti il "Professore" ha dato un contributo determinante alla crescita civile della nostra città, attraverso la cura dell'istruzione e delle attività culturali portate a livello di eccellenza.

Il Sottotenente dei Bersaglieri Enrico Mazzoni si è meritato la Croce di Guerra al Valor Militare combattendo contro i Tedeschi il 12 settembre, giusto quattro giorni dopo quell'8 settembre che ha visto Savoia, Badoglio e compagnia darsela a gambe levate.

Non solo: il Sottotenente dei Bersaglieri Enrico Mazzoni ha continuato combattendo come co-belligerante a fianco degli Alleati anglo-americani per tutto il resto della guerra, dalla battaglia di Montelongo a quella di Cassino fino alla vittoria definitiva sull'esercito tedesco.

Un impegno che, tornato alla vita civile, ha semplicemente mutato forma, ma non sostanza: la difesa, con i libri e la didattica e non più con le armi, della cultura e dei valori della millenaria civiltà italiana.

Una battaglia alla quale, oggi più di allora, noi non possiamo sottrarci.

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