venerdì 9 maggio 2014

Crosetto a Novi Ligure

Domani, Sabato 10 Maggio, Guido CROSETTO, candidato di Fratelli d'Italia alle elezioni europee ed alla carica di Presidente della Regione Piemonte, sarà a Novi Ligure per un incontro pubblico.

Vi aspettiamo alle ore 15.30 nella sala conferenze della Biblioteca Civica di Novi Ligure.


Segnaliamo anche questo articolo de 'Lo Spiffero', che riportiano di seguito.

Crosetto: “In Regione troppi carrozzoni”

Pubblicato Venerdì 09 Maggio 2014, ore 8,33

Solo assegnando maggiore autonomia è possibile ridisegnare il ruolo di un Ente schiacciato dai debiti e prigioniero della gestione ordinaria. Fare efficienza sulla Sanità e ridurre il peso pubblico nell’economia. I piani del candidato presidente di Fratelli d’Italia



Solo assegnando alla Regione Piemonte maggiore autonomia è possibile ridisegnare ruolo e funzioni di un Ente «schiacciato sotto il peso dei debiti, con margini di manovre di bilancio minime», che «non ha alcuna altra possibilità se non amministrare l’esistente» e «in anni, decenni, cercare risorse per fare interventi che invece servirebbero ieri». Guido Crosetto è l’outsider di lusso di questa stanca e scontata competizione elettorale: avrebbe voluto capeggiare l’intera coalizione di centrodestra nell’improba sfida al campione del centrosinistra (e dell’establishment), poi le cose sono andate come sono andate, la coalizione è andata in frantumi e oggi si ritrova a guidare il piccolo plotone di Fratelli d’Italia. Una condizione che consente all’ex sottosegretario alla Difesa incursioni meno diplomatiche sullo scacchiere della politica regionale che conosce a menadito avendo ricoperto per anni la carica di coordinatore piemontese della primigenia Forza Italia, spalla “dialettica” del governatore dell’epoca, Enzo Ghigo.

La Regione, come istituzione e livello amministrativo, va ripensata alla radice, ma ogni tentativo appare velleitario se non si modifica la cornice normativa nella quale è costretta a operare, per questo, significativamente, ha voluto come primo atto della sua campagna elettorale proporre il Piemonte come nuova regione a statuto speciale. «Nella conferenza stampa di presentazione della mia candidatura – spiega, rispondendo alle domande rivolte dall’economista Carlo Manacorda sullo Spiffero - ho illustrato un unico disegno di legge: quello sul Piemonte Regione a statuto speciale. Perché? Perché altrimenti qualunque proposta politica, qualunque punto programmatico, qualunque tentativo di cambiare qualcosa in questa Regione sarebbe inutile o velleitario. La Regione, così com’é, schiacciata sotto il peso dei debiti, con margini di manovre di bilancio minime, non ha alcuna altra possibilità se non amministrare l’esistente e in anni, decenni, cercare risorse per fare interventi che invece servirebbero ieri». Il problema, come sempre sono i soldi: «Non si può incidere sulla realtà se non si hanno a disposizione risorse e non si é in grado di fare scelte politiche. Il nuovo centralismo imposto dall’Europa ha fermato un percorso che doveva servire a responsabilizzare le Regioni affidando loro la gestione di una parte delle tasse prodotte dai loro abitanti e consentendo di intervenire su problemi specifici dei rispettivi territori. Io sono convinto che, approfittando delle riforme costituzionali in atto, sia fondamentale cercare di cambiare la struttura delle istituzioni sopprimendo definitivamente le Provincie e dando compiti precisi alle Regioni assicurando loro risorse su una percentuale fissa del gettito fiscale e tributario. In questo modo una Regione bene amministrata potrebbe diminuire la pressione fiscale, potrebbe programmare seriamente la riduzione del debito, potrebbe effettuare investimenti in opere pubbliche». Anche perché «responsabilizzare le Regioni toglierebbe la litania continua per cui la colpa é dello Stato o dell’Europa». Non vi sono altre strade per Crosetto: «Se non si condivide questa impostazione allora é inutile parlare di programmi o fare promesse utili solo per la campagna elettorale perché senza cambiare i presupposti il margine di manovra e la possibilità di incidere sulla crisi in atto dell'istituzione regionale é vicina allo zero». Severo il giudizio sull’approccio finora seguito dal Governo: «Sulla riforma Delrio é inutile esprimersi: é assurda e solo di facciata. Ha peggiorato la situazione di caos limitandosi a eliminare i consigli provinciali eletti direttamente in ogni Provincia e accorpando alcune Provincie ai grandi Comuni. Voglio vedere il sindaco di Torino occuparsi dello sgombero neve di centinaia di piccoli comuni montani».

Sollecitato dal prof Manacorda sul tema delle liberalizzazioni dei servizi pubblici locali, Crosetto concorda sulla necessità di rivedere radicalmente il peso e la presenza del pubblico. «Io condivido totalmente la necessità di intervenire sui servizi pubblici, evitando inutili duplicazioni che servono solo per mantenere piccoli recinti di potere, cercando di raggiungere la sintesi tra costo e servizio all’utente. Sul ciclo dei rifiuti, sulla gestione acqua e reflui, sul trasporto pubblico locale ed in ogni ambito che non rientri tra le competenze pubbliche, che obbligatoriamente debbano essere svolte da enti locali, occorre avere il coraggio di cambiare. Io credo alla necessità che il pubblico controlli la qualità ed il costo dei servizi ma non che costruisca carrozzoni per fare lavori che il privato può svolgere con maggiore efficienza e minor costo». Ma vi sono condizioni imprescindibili: «Il presupposto per poter fornire servizi utilizzando i privati é il dovere di pagarli in tempi certi e brevi ed é quello di una vera concorrenza e cioè di capitolati puliti e costruiti nell’interesse dei cittadini e non degli amici che devono vincere». Il pubblico faccia da garante, eserciti i controlli, sia arbitro e sempre meno giocatore. «É più facile formare qualche decina di persone in grado di controllare e garantire ente e cittadini che costruire società piene di persone, non organizzate, gestite da cda deresponsabilizzati e politicizzati. Il pubblico deve diventare forte e preparato nello svolgere le sue funzioni non nel cercare di fare impresa perché non é in grado, perché chi amministra non rischia soldi suoi, perché l'influenza politica nelle società é sempre negativa. La Regione ha già un settore importante che deve rendere efficiente, la sanità. Meglio lasciare liberi gli altri».

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