Quando si affronta l’argomento “ privatizzazioni “ in generale lo si fa con
un approccio ideologico (quasi religioso) o in relazione al gettito che se ne
può ricavare.
In realtà, l’aspetto più
importante è che, unitamente alla
liberalizzazione del settore interessato, privatizzare è la condizione
necessaria, anche se non sufficiente, per avere prodotti e servizi migliori al
prezzo minore. Privatizzare stimola
la concorrenza e , nel
medio-lungo periodo, migliora l’efficienza
dell’intero settore. Anche di quelli, come nel caso delle farmacie, non completamente liberalizzati.
Ora cerchiamo di dare alcuni numeri in relazione al gettito
ricavabile dalla vendita della Comunale; aspetto da non sottovalutare in tempi
di recessione, di non procrastinabile
revisione della spesa pubblica e di
tagli del debito, a cui il Comune
risponde spesso con aumenti di tasse ed introiti vari (come avvenuto lo scorso
anno con l’aumento dell’addizionale Irpef al livello massimo per il ceto
medio).
L’utile netto di una farmacia privata è quantificabile in una percentuale variabile
tra il 5 e il 10 % del giro d’affari annuo (incasso annuo), in dipendenza di
differenti caratteristiche. La Comunale ha incassato circa un milione di euro
all’anno negli ultimi cinque anni .
Gli utili netti sono stati pari ad euro : 17.000 nel 2.010, 9.000 nel 2.011, 12.000 nel 2012, 19.500 nel 2.013, 22.600 nel 2.014.
Quindi l’utile netto oscilla tra
1 e 2,3% del giro d’affari annuo. Ben al di sotto degli utili delle farmacie
private: desolante il confronto anche con le peggiori.
Il valore di una farmacia può
essere quantificato in un importo
variabile da 0,9 a 1,2 volte il giro d’affari di un anno (incasso annuo). Tale
criterio di valutazione è riferito a farmacie private, in cui è ragionevole
pensare, che il giro d’affari sia molto
vicino al massimo realizzabile. La qual
cosa non si può dire con certezza della nostra Comunale che presenta,
invece, un margine di valore inespresso,
suscettibile di far salire il prezzo di vendita fino ad 1,5 volte rispetto al giro d’affari
attuale.
Pertanto il valore della
Comunale, che dovrebbe oscillare tra 900.000
e 1.200.000 Euro, potrebbe in realtà arrivare anche ad Euro 1.500.000.
Infatti al zona che le gravita
attorno è molto vasta e popolata e le farmacie più vicine sono poste a
notevole distanza (Valletta- Nuova- Moderna).
Non è un azzardo ipotizzare che, se gestita privatamente, possa rendere molto di più.
La recessione economica e la conseguente riduzione della capacità di
spesa hanno determinato una
contrazione generale degli incassi, sia derivanti
dai farmaci mutuabili ( la clientela si è orientata molto verso i generici e questo ha spinto al ribasso anche il prezzo
degli originali), sia derivanti dalla diminuita vendita di farmaci da banco,
parafarmaci, cosmetici, attrezzature, ecc. ecc
Tuttavia le farmacie , gestite
dall’ imprenditore privato, hanno
mantenuto un buon livello di utili
proprio grazie alla vendita dei
prodotti non mutuabili, ovvero
quelli che godono di maggiori margini di
guadagno.
E’ in questo segmento che la
Comunale difetta, perché necessita una forte spinta imprenditoriale ed una
notevole “ aggressività “ commerciale, che non ha e non può avere; non sono
sufficienti la diligenza e lo zelo da parte di chi vi opera.
Il problema della Comunale risiede nel suo peccato
originale: LA PROPRIETA’ PUBBLICA . La Comunale va venduta indipendentemente
dal fatto, che oggi il suo valore possa essere inferiore rispetto agli
anni pre -crisi.
Se qualcuno ritiene che possa ancora
annoverarsi tra i “ gioielli di famiglia” del Comune, non si faccia illusioni,
né tanto meno scrupoli a vendere. Infatti l’ampliamento già deliberato del numero dei
punti vendita ( nella zona di via Ovada si insedierà una nuova farmacia) , l
‘eventuale (temuta dai farmacisti) autorizzazione alla vendita dei farmacia di
fascia C negli iper-mercati , nonché una ulteriore liberalizzazione, da non
escludersi a priori, potrebbe in un
domani non molto lontano ridurre il “ gioiello di famiglia” ad un vecchio
catenaccio arrugginito da buttare via.
Il gettito ricavabile si massimizza
vendendo delle rendite.
Di qualche
rendita di posizione la Comunale oggi ancora gode., domani non si sa.
Vincenzo Rapa
Comitato Liberale ALFARE
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